Il Pranzo di Babette

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Ho visto una prima volta questo “film” molti anni fa, quando non avevo ancora iniziato le mie riflessioni sul cibo. A quel tempo mi era sembrata una storia cupa e lenta, appartenente a un mondo lontano, non avevo saputo cogliere la sua vera essenza.
Ho rivisto il “film” in epoca recente è mi sono ritrovata in piena sintonia con la filosofia che riconosce al cibo la possibilità di migliorare le relazioni umane.

Mi sembra che il cibo assuma questi significati:

È PIACERE
sensoriale, visivo, olfattivo e relazionale; migliora la relazione con se stessi perché apre alle sensazioni migliori, ai ricordi, alla gioia di vivere, al lasciarsi andare al “godere”. Migliora il rapporto con gli altri perché le sensazioni piacevoli riducono l’astio, i pensieri negativi, il vedere l’altro come nemico, si allentano le tensioni.

È ARTE
la preparazione e l’allestimento di un piatto non è solo tecnica, è creatività e capacità di dare armonia, è uno strumento per esprimere se stessi al pari delle arti considerate nobili. Se è arte, anche l’impegno nella preparazione si allontana dal concetto di fatica per avvicinarsi all’idea di un percorso per realizzare se stessi.

È BELLEZZA
una tavola imbandita con tovaglia e stoviglie pregiate con cura dei particolari fa respirare bellezza, apre i cuori più duri al sogno, avvicina una piccola casupola del mare del Nord ai fasti di Parigi.

È CURIOSITÀ
assaggiare prodotti nuovi, sapori sconosciuti accende la curiosità il desiderio di saperne di più. Conoscere la storia del prodotto avvicina mondi lontani e persone diverse, favorisce l’integrazione.

È DONO
il pranzo di Babette è un dono di gratitudine alle due donne che la ospitano e alla piccola comunità che l’ha accolta in un momento difficile della vita senza tante domande.
Credo che il cibo in genere esprima bene il concetto di “dono” un tempo si ringraziava Dio prima di iniziare il pasto perché aveva dato il “dono” del cibo, elemento fondamentale per la vita.
Quando prepariamo un pasto per la famiglia o per chi amiamo, vista la gratuità di ciò che facciamo, è un dono, piccolo e quotidiano; dovremmo ricordarcelo e ricordarlo.

È CAMBIAMENTO
dopo quel pranzo la comunità non sarà più la stessa, un’esperienza sensoriale così intensa non può che mettere in atto dei cambiamenti
anche in un mondo così chiuso, puritano e conservatore. Il “film” non esplora questa possibilità ma le battute finali lasciano immaginare.

 

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