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In Italia e in Europa agosto è il mese ideale per le vacanze.
Le grandi industrie chiudono, negli uffici il ritmo rallenta e tutti pensano a lasciarsi alle spalle le preoccupazioni per godersi svago e riposo. Tutto ciò fino a poco tempo fa.
Ora i venti di crisi stanno correndo veloci in Europa e la spensieratezza agostana sembra lontana.
Poiché anche nelle situazioni peggiori si può ricercare un aspetto positivo, questa potrebbe essere l’occasione per riscoprire la gioia delle cose semplici, l’allegria che una semplice fetta di anguria può portare se la si può gustare in compagnia di amici nel giardino di casa in una calda giornata di agosto.
L’anguria nella mia famiglia era il simbolo di agosto.
Nella fontana, ancora presente nella casa, c’era sempre una grande anguria “in fresco”.
Infatti la temperatura ideale per gustare l’anguria non è il freddo che procura il frigorifero, ma quello dell’acqua di un pozzo artesiano che sgorga a 10/12 gradi di temperatura.
Un tempo le angurie che arrivavano con un camioncino tramite un servizio “porta a porta”, erano giganti. Mio nonno comperava le più grosse, dai dieci chili in su, convinto che solo le più grandi fossero anche le più buone. Avevano una buccia molto spessa e una polpa rossa e croccante. Da molti anni non ne vedo di così grandi, anzi per essere in linea con le nuove famiglie sono sempre più piccole, quasi miniature delle angurie vere.
Verso le quattro del pomeriggio, poco prima di riprendere il lavoro nei campi o le faccende domestiche, ci si ritrovava attorno alla fontana e si mangiava l’anguria. A quel rito partecipava sempre qualche vicino di casa, amico o lavorante che conoscendo bene le abitudini della famiglia trovava modo di trovarsi lì proprio a quell’ora del pomeriggio. Era l’occasione per fare qualche chiacchera e rinfrescarsi con l’anguria. Questo frutto mi piaceva moltissimo e mio zio Luigi mi provocava per vedere chi ne mangiava di più. Naturalmente le dimensioni del mio stomaco di bambina m’impedivano di vincere, ma la sfida mi faceva sentire alla pari degli uomini. La memoria di quei momenti fa parte di me ed è per questo che nelle cene estive in giardino termino sempre con una bella fetta di anguria.