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La California per la mia generazione rappresenta il luogo mitico e simbolico della libertà.
Il 23 agosto 2013 è stata l’occasione per intraprendere il viaggio più volte immaginato con mio marito.
Questo vuole essere un racconto di viaggio che ha come filo conduttore il cibo.
Il primo giorno appena arrivati, grazie alle 9 ore in meno rispetto all’Italia, nonostante il lungo viaggio in aereo, dopo esserci sistemati in albergo e aver recuperato una macchina a noleggio ci siamo trovati l’intero pomeriggio davanti a noi.
Partenza quindi verso Venice Beach una delle famose spiagge di Los Angeles.
La spiaggia molto ampia di sabbia fine e come d’abitudine negli USA senza lettini e ombrelloni, rende più viva la sensazione di libertà.
Il lungomare pedonale caotico e popolare è un susseguirsi di negozi turistici e farmacie che vendono “ marijuana terapeutica”. In questo caos si è materializzato ai nostri occhi un piccolo ristorante “Venice Ale House” tutto in legno pieno di giovani vocianti che reclamizzava prodotti biologici e naturali.
Ci siamo seduti e abbiamo assaporato una bibita naturale a base di radice di zenzero un hamburger accompagnato da una particolare insalata e deliziose salsette.
La prima parte del nostro viaggio è stata caratterizzata da questo prodotto tipico dei fast food che in alcuni ristoranti della California si trasforma in prodotto di qualità per la ricerca delle materie prima e della cottura.
La seconda esperienza in tal senso è stata al ristorante “Eveleigh “sul Sunset Boulevard tra Hollywood e Beverly Hills. La giornata era molto calda e quando abbiamo visto passeggiando l’ingresso del posto che ricordava un pergolato di un fresco giardino, siamo entrati senza preoccuparci delle segnalazione nelle guide.
L’ambiente interno si presentava intimo e familiare, con strutture in vecchio legno e poltroncine di ottimo tessuto vissute e accoglienti.
Il panino era fragrante e la carne ottima. Ci siamo fatti una bella mangiata che ha soddisfatto anche la cena.
Quello che ci ha più impressionato in questa città è stata la maestosità delle strade ,sino a 7 corsie per senso di marcia e un traffico permanente giorno e notte.
I quartieri residenziali e i luoghi classici che abbiamo imparato a conoscere dai tanti films visti danno l’idea di essere in una puntata di qualche serie televisiva e ti fanno sentire immerso in un mondo quasi irreale.
A due ore di macchina da Los Angeles procedendo verso sud in direzione San Diego ci siamo rilassati a Laguna Beach. Luogo magnifico con le scogliere a picco sul mare, dove si aprono piccole baie di sabbia finissima.
Il mare restava comunque proibitivo per il bagno. Le acque dell’oceano Pacifico su questa costa sono fredde, infatti i serfisti qui hanno sempre la muta.
La nostra sosta è stata al ristorante “Las Brisas” dove abbiamo gustato due ottimi piatti di pesce dell’oceano Pacifico accompagnato da verdure croccanti.
Maggior sorpresa si è rivelata la carta dei dolci al cui assaggio non abbiamo potuto resistere,
il “cestino fiorentino” era delizioso.
Incuriositi dal nome del dolce ci siamo informati e abbiamo scoperto che la famiglia propietaria del locale è Italiana. Qualcosa della nostra cultura traspare nei piatti anche se gli ingredienti sono tutti Californiani.
Ho scoperto con grande stupore che la California produce il 70% delle mandorle del mondo ed è un grande produttore di lamponi, fragole, mirtilli.
Le coltivazioni di questi frutti le abbiamo osservate durante tutto il nostro viaggio lungo la costa nord della California, come si può vedere anche da questa foto scattata verso Monterey poco a sud di San Francisco.
Intrapreso il viaggio verso nord la nostra prima cena è stata presso il molo di Santa Barbara.
Mio marito, considerato che nei ristoranti dove si mangia pesce fresco bisogna inserirsi in una lista e fare la fila, ha voluto impegnare il tempo con un bicchiere di chardonnay della contea di Santa Barbara. La piccola enoteca di una famiglia di vignaioli è al centro del grande molo di legno di Santa Barbara. E’ bello gustare un buon bicchiere in questo luogo guardando le barche mentre il sole tramonta.
Proseguendo abbiamo fatto tappa a Pismo Beach per assaporare un tipico dolce alla cannella preparato a vista davanti ai clienti alla maniera del vecchio west presso la panetteria “Old West Cinnamon Rolls”.
Questa spiaggia ha un legame con l’Italia. L’attrice Annamaria Pietrangeli si incontrava presso il molo di questo luogo con l’attore James Dean ai tempi della loro storia d’amore.
Nel nostro procedere abbiamo incontrato campi estesi di coltivazioni di cavolo verza, che nella varietà cappuccio gli americani mangiano crudi in insalata accompagnando piatti di carne e di pesce.
Ci siamo fermati a fotografare e nell’aria si spandeva un intenso profumo di cavolo.
La parte più scenografica sulla costa verso San Francisco è rappresentata dall’area naturale di Big Sur. Gli americani dicono che è più un luogo della mente che un punto geografico.
E’ una costa selvaggia con una strada che corre a picco sul mare e concede viste mozzafiato.
Alla sommità di questo percorso si trova il caffè ristorante “Nepenthe” che in greco significa “isola senza dolore”. In effetti i panorami che si aprono dalle terrazze e dalle finestre fanno dimenticare ogni cosa.
Negli anni 40 personaggi come Orson Welles, Henry Miller e negli anni 60 i profeti Beat Generation trovarono qui ispirazione.
Mi sono rscaldata (faceva freddo) con un’ottima zuppa di chili
San Francisco ci ha accolto con la sua tipica nebbia, che ha il pregio di creare scorci scenografici più suggestivi.
Qui ci siamo incontrati con Andrea e Colleen a cui ci siamo affidati per le nostre mete culinarie.
Ho scoperto che questa città è un grande laboratorio del cibo.
Alcuni piatti e cocktails famosi sono stati inventati qui come ricorda un pannello che fa bella mostra di sé in un piccolo museo nel panificio Boudin del porto.
Nella zona del porto si trova un grande mercato di prodotti delle fattorie
E dei prodotti freschi del mare, in particolare i granchi giganti e gli astici
Questi vengono cotti nei banchi di vendita e servite nel pane ai passanti.
Noi abbiamo assaporato questa bontà al bistro Boudin in forma di zuppa e di insalata
Il pane elemento fondamentale della ristorazione di San Francisco, consente di preparare panini molto buoni che abbiamo potuto assaporare nella panetteria “Tartine” dove il pane viene sfornato e servito ancora fragrante, farcito nei più svariati modi.
Un elemento interessante per noi italiani è che San Francisco si sta rivelando la capitale americana del caffè. Molti sono i bar che hanno una torrefazione propria e servono una varietà molto ampia di tipologie di miscela.
Noi lo abbiamo provato al “Four Barrel”, molto aromatico e buono.
Il nostro soggiorno in città ci ha portato a pernottare a Okland una cittadina all’interno della splendida baia. Qui le sistemazioni sono molto comode e meno care della città. Un tunnel sottomarino collega con un trena in 20 minuti a San Francisco. Da provare.
Oklad è famosa perché a dato i natali a Jack London lo scrittore del famoso libro “Zanna Bianca”.
Sul lungomare che porta il suo nome si affacciano numerosi ristoranti.
Ne abbiamo provato uno il “Bocanova”. In un tavolo che si affacciava sulla baia ci hanno servito una ottima tagliata di manzo secondo la moda del luogo
Nel nostro viaggio non poteva mancare una visita a Napa Valley, ai suoi vigneti e alle famose cantine.
Il paesaggio dei vigneti è molto particolare, circondati da colline completamente bruciate dal sole. Questo contrasto del giallo dell’erba secca con il verde delle foglie della vite, irrigate con un sistema goccia a goccia, rende il paesaggio veramente unico.
Abbiamo fatto una sosta in un piccolo negozio “Oxbow Public Market” che ricorda gli empori dei film sulla conquista del west e abbiamo mangiato un sanduwich particolare con fichi, rucola e tacchino.
Dopo gli assaggi di vini ci siamo inoltrati all’interno della California per visitare il Yosemite National Park.
Prima di entrare in questo luogo magico ci siamo fermati nel piccolo villaggio di Mariposa, una piccola cittadina sviluppata al tempo della corsa all’oro. Di quel periodo è rimasta l’impronta negli edifici lungo il corso principale.
Al ristorante “Savoury’s” ci siamo ristorati del lungo viaggio, io ho apprezzato una semplice zuppa di verdure resa piacevole dall’aggiunta di spezie su cui predominava il curry piccante.
Il nostro viaggio in California si concluso qui. Sulla strada per aeroporto abbiamo incontrato una catena di fast food “In-N-Out Burger” dove le patate fritte sono rigorosamente fresche (non congelate)e la carne di 1° qualità. Il personale giovane ed allegro.
Prima del rientro in Italia siamo andati nel New Jersey e a Baltimora, ma di questo parlerò nella prossima puntata.