Pizza, pizza, pizza

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La pizza mi piace tanto.

Da quando ho i denti la mamma me la taglia a pezzettini e io sento quel sapore buonissimo di pomodoro  e di quella cosa bianca, morbida e dolce che gli adulti chiamano mozzarella.

Di solito la pizza la porta a casa il papà dentro grandi scatole di cartone.

La nonna italiana , nel periodo che eravamo  a casa sua ha proposto alla mamma di fare in casa la pasta .

La nonna ha detto : piccolino vieni in cucina che prepariamo la pizza. Io subito sono salito nella torre che il papà ha comperato perché potessi lavorare con la nonna in cucina.

Mi piace stare in cucina con lei perché mi lascia provare a fare le cose, l’unica sua preoccupazione è che io mi scotti e quindi dice in continuo quando sono vicino al fornello “stai attento che brucia” lo ripete tante volte come se non capissi. Io invece capisco cosa significa e solo una volta ho posato la mano su  un fornello che era stato appena spento e ho sentito un bruciore fortissimo . Ho subito pianto , la nonna e la mamma si sono spaventate e mi hanno messo la mano sotto l’acqua fredda e messo ghiaccio. A me dava tanto fastidio il ghiaccio perché sulla pelle brucia anche lui. Naturalmente piangevo ma dopo un pò stavo meglio e nelle dita non si vedeva alcun segno.

Tornando alla pizza, lavorare quella pasta bianca, morbida , tirarla, schiacciarla, batterla, usare il mattarello è stato divertente.Mi piaceva anche lanciare i pezzi di mozzarella mentre la nonna diceva:”piano , piano “. Io invece mi divertivo a buttarla con forza e velocemente. Era bello vedere il rosso del pomodoro che sotto il pezzo di mozzarella lanciata schizzava  qua e là.

Abbiamo preparato una pizza margherita perché è l’unica che la mamma mi lascia mangiare, anche se io vorrei provare quelle che mangiano loro che hanno tanti ingredienti colorati sopra.

Ho capito che per fare la pizza bisogna fare un po’ fatica e avere pazienza.

 Bisogna “maltrattare” l’impasto con tutta la forza che si ha sbatterlo, tirarlo, piegarlo. Poi è necessario lasciarlo riposare al caldo con un panno sopra come se dovesse dormire.

Mentre se ne sta li al calduccio cresce e diventa più grande e morbido. Mi è sembrata una cosa magica.

Ho aiutato a stendere la pasta e a posarla nella piastra. Mentre si cucinava il forno era caldissimo e io ogni tanto facevo come la nonna mi abbassavo a vederla cambiare colore dal vetro del forno.Finalmente la pizza era pronta.

Io avrei voluto mangiarla subito ma hai dovuto aspettare che venisse tagliata a piccoli pezzi per me e che perdesse quel calore che fa bruciare la bocca.

Quando finalmente ho potuto assaggiarla ero felice.

 

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